Sfuma il sogno di Merano, Parma capitale della cultura 2020

Sfuma il sogno di Merano ce l’ha fatta.  Parma sarà la capitale della cultura in Italia per il 2020. In coda le foto delle nove città finaliste insieme a Merano: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.

«La piccola Europa d’Italia»: è questo il motto con il quale Merano aveva deciso di candidarsi come capitale italiana della cultura 2020. Il fatto che in riva al Passirio i due gruppi linguistici, quello italiano e quello tedesco, siano parimenti rappresentati ha reso Merano una sorta di piccola Europa d’Italia. E questo è anche il motto che ispira la nostra candidatura» ha sottolineato il giorno della candidatura il sindaco Rösch. «Il nostro obiettivo — in questo confronto che ci vede concorrere con altre 45 città italiane — è convincere il Ministero delle peculiarità storiche e culturali che contraddistinguono Merano» ha precisato il vicesindaco Rossi. «Merano è una città con due anime: per noi l’incontro di queste due diverse anime e delle rispettive sensibilità è l’aspetto fondamentale. In fin dei conti non viene premiata e riconosciuta la capitale della cultura italiana, bensì la capitale italiana della cultura» aveva fatto eco il vicesindaco Rossi.

  • Treviso

Le parole del sindaco Rosch

«Ma la candidatura e il lavoro di gruppo svolto per sostenerla costituiscono comunque un successo – ha commentato il sindaco Paul Rösch -, Siamo riusciti a entrare fra le top ten e abbiamo saputo sfruttare una preziosa occasione per presentare la nostra città e la nostra visione su un palcoscenico nazionale», ha aggiunto il primo cittadino.

«È con una visione innovativa e – consapevolmente – anche un po’ provocatoria che abbiamo cercato di distinguerci dalle altre città concorrenti. Merano, con la sua popolazione per metà di lingua tedesca e per l’altra metà di lingua italiana, è un modello di convivenza fra due diversi gruppi etnici e un esempio dei tanti vantaggi che da questa convivenza derivano. Per questa ragione il motto che abbiamo scelto è ‘Merano, la piccola Europa d’Italia”. E proprio perché non siamo solo italiani, abbiamo voluto mostrare – e ci siamo anche riusciti – la ricchezza culturale di Merano come città di confine e quella dell’Alto Adige come terra di frontiera», ha spiegato Rösch.

«La sfida più impegnativa per noi – ma credo anche per i componenti la giuria – era insita nelle premesse stesse della nostra candidatura: noi abbiamo bisogno di sostegno non tanto per riportare in auge il nostro patrimonio culturale strutturale, quanto per avviare e promuovere un cambiamento delle coscienze che rafforzi ulteriormente la convivenza e ci consenta di prevenire anche in futuro forme di estremismo ideologico. I membri della commissione si sono confrontati a lungo e in modo approfondito con questo nostro messaggio ponendo domande sempre più incalzanti. Ma Parma, con i suoi quasi 200.000 abitanti, ha ovviamente elaborato un programma eccellente, che prevede il coinvolgimento di un sistema estremamente complesso di soggetti, fra i quali anche una realtà universitaria di grande tradizione», ha precisato il vicesindaco Rossi, che ha poi voluto esprimere agli amministratori e alla cittadinanza di Parma le sue congratulazioni.

«Anche se non siamo riusciti a superare l’ultimo ostacolo, siamo ben motivati – ha aggiunto Rösch – La maggior parte dei progetti proposti con la candidatura sono già contemplati dal programma di governo 2015-2020 e quindi li realizzeremo. E il programma definito in collaborazione con gli operatori meranesi sarà il punto di riferimento per la politica culturale a Merano nei prossimi anni».

Fra le iniziative programmate figura un congresso intitolato “Le Merano d’Europa”, un’officina del pensiero nell’area delle caserme, una nuova serie di concerti battezzata “cc – connection/concerts” e previste nell’ambito delle Settimane musicali meranesi, un’accademia degli alunni, ovvero una rete di interazione e comunicazione per tutti coloro che hanno frequentato le scuole a Merano. Il dossier elenca anche nel dettaglio gli investimenti che l’amministrazione intende attuare e che ammontano complessivamente a 12,6 milioni di euro. Con questi fondi verrà ad esempio finanziata la realizzazione di una nuova succursale della biblioteca a Sinigo (550.000 euro), di un sede per Ò.P.L.A., l’archivio dei libri d’artista per bambini (1,3 milioni di euro), di un collegamento diretto fra la cappella di Santa Barbaba e il Palais Mamming Museum (400.000 euro) nonché di un percorso sopra i tetti di Merano (350.000 euro).

 

 

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