Phyphox, il laboratorio di fisica entra nello smartphone

Si chiama Phyphox, ha un cuore altoatesino e una visione internazionale. Ma soprattutto, promette di rivoluzionare lo studio della fisica rendendolo più divertente, immediato e comprensibile. «Basta alambicchi e difficili misurazioni: per fare esperimenti, serve solo uno smartphone e l’app gratuita Phyphox, acronimo di PHYsical PHOne eXperiment» – promette il suo ideatore, l’altoatesino Christoph Stampfer, professore del Politecnico di Aachen in Germania. Stampfer, nato a Fiè, è volato via dalle sue montagne a 18 anni: prima l’università a Vienna, poi l’Erasmus in Scozia, successivamente il PhD e il PostDoc a Zurigo, infine, Aachen dove ora dirige l’istituto di Fisica dell’Ateneo. Ed è proprio nel corso di una vita interamente dedicata alla fisica che ha fatto una riflessione: «Chiedere agli studenti di osservare delle dimostrazioni fatte in laboratorio, non è la stessa cosa che fargliele fare in prima persona. Così, ho pensato allo smartphone: è uno strumento potentissimo, ricco di sensori sofisticati tanto quanto quelli di uno space shuttle, pensiamo alla fotocamera, al microfono, all’accelerometro, al giroscopio, al magnetometro o al barometro. Sensori che ci consentono di fare moltissime operazioni».

Con l’accelerometro dello smartphone, ad esempio, si può misurare il moto di un pendolo, oppure, utilizzando il telefono come un sonar, si possono valutare le distanze, ma si si può anche quantificare la velocità del suono semplicemente attivando il timer con un battito di mani o si può usare il barometro per studiare il moto in ascensione. «Il problema – spiega Stampfer – sorge nel momento in cui dobbiamo analizzare i dati ottenuti. E qui arriva Phyphox, applicazione sviluppata dal bravissimo Sebastian Staacks che consente di leggere in tempo reale i risultati scientifici ottenuti da questi esperimenti. Così, tutti, anche i bambini, potranno capire in prima persona cosa vuol dire fare una misurazione fisica». L’app, infatti, è già entrata nelle scuole della Germania dove viene utilizzata quotidianamente. E oltre 400.000 mila persone l’hanno già scaricata gratuitamente (con una media giornaliera di 1.000 download e picchi di 5.000).

Non solo: la sua diffusione sta crescendo a vista d’occhio. Dopo l’inglese e il tedesco, è ora disponibile anche in italiano e a tradurla sono stati gli studenti che hanno partecipato al progetto Alternanza Scuola Lavoro del Dipartimento di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma. Lo stesso Ateneo, infatti, ha riconosciuto «l’enorme potenziale didattico e innovativo dell’app che consente di realizzare gli obiettivi della moderna pedagogia scientifica e di implementare le tecniche di Flipped classroom o Inquiry Based Learning. Approcci metodologici che ribaltano il tradizionale ciclo di apprendimento basato su lezioni frontali, avvalendosi di un ricco uso delle tecnologie». A guidare gli studenti è stato il fisico Giovanni Organtini, Ambassador per l’Italia del team che ha sviluppato Phyphox. Per far sì che l’app, disponibile sia per Android che per iOs, venga conosciuta da quante più persone possibili, infatti, in ogni Paese sono nati degli «ambasciatori». Oggi ce ne sono almeno 19 e c’è chi la usa anche in Africa.

stampfer_with_mobile«Phyphox è diventata una valida alternativa alla strumentazione tradizionale, spesso costosa e troppo complessa. Per questo mi piace pensare che oltre al valore scientifico, quest’app abbia un importante valore sociale. È sempre più importante che i ragazzi sappiano usare al meglio la tecnologia e possano comprendere appieno la fisica. Il futuro è nella scienza» – riflette Stampfer. E quanto a un suo possibile rientro in Alto Adige, commenta: «Sono tornato l’anno scorso a Bolzano per visitare il Noi Techpark: la nostra è una provincia con grande potenziale e con una qualità della vita invidiabile. Se a questo si unisce un deciso investimento in innovazione e startup, chissà, magari in futuro potrei anche tornare a casa».

Silvia Pagliuca

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