Maltempo, il bilancio finale: distrutti 1,5 milioni di metri cubi di legname

Lo scorso fine ottobre, la regione è stata colpita da giornate di maltempo come non se ne registravano da tempo. Pioggia e vento hanno provocato in quei giorni ingenti danni provocando inondazioni e cadute di alberi, soprattutto nelle zone limitrofe di Bolzano e nelle zone naturali protette. A circa un mese e mezzo di distanza, l’ispettorato forestale provinciale ha diffuso il report contenente il bilancio ufficiale dei danni.

Ed i numeri sono impressionanti: l’estensione boschiva abbattuta in Alto Adige dalle raffiche di vento è di circa 5.000 ettari, 810 solo nel Parco dello Stelvio. Sradicamenti e abbattimenti si sono verificati anche nei biotopi, 7,76 ettari, nelle zone Natura 2000, 770,5 ettari, e nelle zone delle Dolomiti UNESCO. Ingenti danni sono stati registrati anche sulle diverse vie di comunicazione: circa 1.600 km di strade, tra statati, sentieri e ciclabili, sono stati colpiti pesantemente dalla pioggia in quei giorni.

Il maltempo in numeri

Mario Broll, direttore della Ripartizione foreste, a reso noti i dati ufficiali dei danni di fine ottobre, tra cui spicca gli 1,5 milioni i metri cubi di legname abbattuto dalle forti raffiche di vento, distribuiti su sei comuni: Nova Levante, Nova Ponente, Aldino, Tires, San Vigilio di Marebbe e Castelrotto. Numeri incredibili sono stati registrati anche sul Latemar,  dove il vento ha schiantato tanti alberi quanti ne sarebbero stati abbattuti normalmente nell’arco di 16 anni.  La quantità complessiva di legname schiantato corrisponde all’1,3% dell’intera quantità di legname da abbattere ogni anno. Non è ancora stato stabilito inoltre il numero di proprietari privati di terreni boschivi danneggiati dal maltempo, cosa che sarà possibile solo con l’analisi dei dati satellitari. Per la maggior parte comunque è a costoro che appartengono i terreni danneggiati con il 61,63%. I danni registrati invece nei terreni di proprietà pubblica sono il 34,66% del totale.

Maltempo, le strategie di prevenzione future

Come poter prevenire allora in futuro questi disastri naturali? La risposta ha cercato di darla lo stesso direttore Broll, spiegando come la priorità risieda nel ripristino delle foreste di protezione secondo un protocollo stabilito: “I vivai forestali del Servizio forestale provinciale sono già al lavoro in questo senso in particolare su abeti e cirmoli, recuperando il maggior quantitativo di materiale possibile per garantire un rimboschimento rapido nei prossimi anni. Si stima che nei prossimi anni saranno necessarie almeno 2 milioni di nuove piante per il rimboschimento”ha dichiarato.

Alexander Ginestous

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