L'idrogeno che «spinge» il marmo a Valle: così lo Stelvio respira

Il trasporto del marmo all’interno del Parco nazionale dello Stelvio cambierà volto nei prossimi anni, con lo sviluppo di un sistema basato sull’idrogeno, o comunque a emissioni zero, finanziato con fondi europei. Questo tipo di trasporto potrà in futuro diventare la base per un’attività estrattiva sostenibile e rispettosa dell’ambiente anche all’interno del territorio del parco, nonché per uno sviluppo ancora maggiore del mercato del marmo. Un ulteriore obiettivo per il futuro riguarda l’utilizzo del piano inclinato di Lasa, per supportare lo sviluppo turistico di una zona altrimenti poco frequentata dai visitatori. Il 27 novembre scorso la Giunta provinciale aveva posto con una delibera le basi per questo tipo di sviluppo futuro del territorio della zona dello Stelvio. «Ora occorre elaborare un nuovo piano per il trasporto a valle del marmo dalle cave di Lasa e Covelano, nell’ambito del quale il rispetto per l’ambiente sia un principio imprescindibile» ha sottolineato l’assessore Arnold Schuler nell’ambito della riunione cui ieri (13 dicembre) hanno preso parte tutti gli stakeholder di questo mercato: esponenti delle pubbliche amministrazioni e delle aziende coinvolte, del Parco nazionale dello Stelvio e dell’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche (IIT Bolzano). «E’ giunta una nuova era per il trasporto del marmo» ha detto il direttore di Dipartimento Klaus Unterweger. Una dichiarazione d’intenti comune verrà ora inviata a tutti i membri di questo tavolo di esperti, entro metà gennaio verranno raccolte le risposte e nella seconda metà del mese il gruppo di lavoro si incontrerà nuovamente, dopo il primo incontro di ieri in cui sono stati nominati i singoli componenti.

trasportomarmoidrogeno

Lo stato dell’arte allo Stelvio

Sul territorio del Parco nazionale dello Stelvio si trovano più cave di marmo. La cava di Acqua Bianca, la cava del Ponte di Tarnello e la cava Nesselwand si trovano nel territorio comunale di Lasa a un’altitudine di circa 1.567 metri, all’interno delle quali si estrae marmo tutto l’anno. I blocchi che vengono estratti in questa zona vengono trasportati a valle mediante una teleferica fino alla ferrovia di trasporto Laaser Tal, da dove mediante un piano inclinato vengono portati alla ferrovia Tal e da lì allo stabilimento di lavorazione. La capacità di trasporto di questo sistema diesel-elettrico che risale al 1930 risulta limitata a 18 tonnellate per tratta rispetto alle 40 tonnellate originarie. Tale riduzione della capacità di trasporto è dovuta principalmente all’usura dei materiali e alle norme in materia di sicurezza. Per questa ragione è attualmente necessario per il trasporto utilizzare camion alimentati a diesel. Tali cave sono di proprietà dell’Amministrazione separata dei beni di uso civico di Lasa e affittate alla società Lasa Marmo fino al 31 dicembre 2033. Sempre nel territorio comunale di Lasa si trovano le cave Jenn, Madstehlen e Zirmwand a un’altezza di circa 2.228 metri, con diritto di sfruttamento da parte della società Lechner Marmor. Nella cava di Covelano nel territorio comunale di Silandro a un’altezza di circa 2.200 metri è di proprietà dell’Interessenza Göflaner Alpengenossenschaft ossia dell’Amministrazione separata dei beni di uso civico di Covelano ed è affidata alla società Covelano Marmi fino al 24 settembre 2033. In questa cava può essere scavato solo durante i mesi estivi e il trasporto a valle dei blocchi avviene esclusivamente tramite camion.

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