Lavoro 4.0, ecco come cambia la società

La globalizzazione, la crisi finanziaria, l’emergere di nuovi valori, di stili di vita e di consumo, il mutamento del concetto di famiglia, la crisi del ceto medio, le ondate migratorie e i cambiamenti demografici sono eventi epocali che stanno ridisegnando la società. «Scattare una fotografia di questi fenomeni non è facile, ma necessario per poter definire la cornice all’interno della quale si andrà a delineare il lavoro del futuro», spiega il direttore di Ipl Stefan Perini in merito al convegno organizzato oggi, 28 marzo,  dal titolo «Lavoro 4.0 – La società che cambia».

Lavoro 4.0, la globalizzazione

«La globalizzazione è un’arma a doppio taglio», afferma il professor Andreas Exenberger dell’Università di Innsbruck. Nell’economia globale ed interconnessa di oggi si stanno ampliando le possibilità di scelta dei consumatori ma non è tutto oro ciò che luccica perché ciò porta con sé sfide non semplici e talvolta svantaggi per alcuni. Cambiamenti epocali di questa portata non sono nuovi nella storia dell’umanità, oggi è importante quindi riuscire a cogliere sia individualmente che collettivamente i mutamenti e prendere le giuste decisioni. “Fondamentale è pertanto indirizzare questa globalizzazione nella giusta direzione”, conclude Exenberger.

L’esempio della Svezia

Gli sviluppi della popolazione e i nuovi modelli di relazioni nonché famigliari sono stati al centro della relazione di Alessandra De Rose, professoressa di demografia presso l’Università La Sapienza di Roma. Il 31 ottobre 2011 è nato “Baby 7 miliardi” illustra la Professoressa, spiegando come la popolazione mondiale continui a crescere seppur con minor forza rispetto al passato. In Europa è evidente la come le nascite siano in declino a fronte di un invecchiamento della popolazione. Al centro dell’intervento il mondo giovanile. L’avere sempre meno figli, in un confronto europeo, non è legato soltanto alla contraccezione e allo sposarsi sempre più tardi. In Svezia, ad esempio, i figli escono a 21 anni di casa, le donne fanno in media 1,9 figli. In Italia si esce di casa a 30 anni e le donne fanno mediamente 1,3 figli. In Svezia ben il 50% delle donne vive in una relazione, mentre in Italia solo il 32%. «Il vero problema alla base è il lavoro» spiega la professoressa De Rose enunciando ad esempio il triste record dell’Italia che vede il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni al 30% a fronte di una media europea del 16,6%. Le proposte concrete della demografa: aiutare i giovani ad entrare prima nella vita adulta, promuovere la conciliazione famiglia-lavoro per le donne, investire sui figli come bene pubblico ed avere più coraggio in tema di migrazioni.

Lavoro 4.0., la tavola rotonda

Il convegno, moderato dalla vicedirettrice Silvia Vogliotti e dal ricercatore Werner Pramstrahler si è concluso con una tavola rotonda dove si è discusso assieme sui risvolti della società in cambiamento anche attraverso il confronto delle diverse realtà territoriali. Oltre ai due relatori erano presenti Werner Atz, direttore del Kvw (Acli di lingua tedesca) e Ilaria Riccioni, docente e ricercatrice di sociologia generale presso la Libera università di Bolzano. Come osserva Werner Atz, in una società 4.0 saranno molte le persone che lavoreranno a titolo gratuito, ad esempio nel volontariato. La questione cruciale sarebbe riuscire a garantire che gli aumenti di produttività ottenuti in virtù di industria 4.0 vadano a beneficio del bene comune. Ne conseguirebbe: Una società 4.0 con un lavoro 4.0 ha bisogno anche di un welfare 4.0. La sociologa Ilaria Riccioni ha rilevato, che paradossalmente la globalizzazione ha portato alla luce nuovamente la realtà locale. La cosiddetta “glocalizzazione”, utilizzata fino a poco fa come termine solo in ambito accademico, sta a poco a poco prendendo piede. Attualmente gli Stati nazionali avrebbero problemi di intercettare le esigenze delle realtà locali. Si porrebbe quindi la domanda chi oggi sia in grado di rappresentare democraticamente le realtà locali – un quesito che porrebbe la società civile davanti a grandi responsabilità.

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