Innovazione e comfort, così la riqualificazione urbana diventa «smart»

Smart, green e promossa dalle start up: queste le caratteristiche che l’innovazione applicata al benessere abitativo deve avere. E, soprattutto, questa innovazione «non è più un interesse, è una necessità», perché il «patrimonio costruito impatta per il 40% sul benessere dell’individuo» . Questa la certezza ribadita più volte nello spazio di Milano Contract District, dove mercoledì 10 ottobre si è tenuto il KlimaHouse Camp, evento che ha visto dialogare Milano e Bolzano, due città tra loro diverse, ma accomunate dall’attenzione verso la riqualificazione urbana smart.

Interrogandosi sul significato dell’essere «smart» ha aperto l’evento il direttore Fiera Bolzano Thomas Mur. Un concetto poliedrico, difficile da definire e potenzialmente inflazionabile, che per Fiera Bolzano però ha un significato ben preciso. «Essere smart vuol dire connettere le persone più smart di tutti i settori, dalla ricerca, alle aziende che propongono progetti, agli specialisti fino ai committenti stessi. Essere smart vuol dire fare rete». Anche la città può e deve essere smart. Niccolò Aste – professore ordinario del Dipartimento di architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito al Politecnico di Milano – presenta MILANO4YOU, il primo smart district d’Italia in cui case intelligenti dialogheranno tra loro, a Segrate. «Per essere davvero smart l’innovazione ha bisogno della politica, della finanza. Non ci può essere smart building senza regole smart da parte dell’amministrazione» continua il docente del Politecnico.

In un clima di reciproco arricchimento Milano e Bolzano dialogano anche sulle tecnologie smart applicate all’abitare di qualità. Stefano Avesani – senior researcher Eurac – presenta infatti Sinfonia, un progetto di ricerca tutto altoatesino cofinanziato dall’Unione Europea che mira a dare un nuovo volto ad alcuni quartieri di Bolzano e Innsbruck e abitazioni di privati. «Tutti pensano che per riqualificare un luogo ci si debba trasferire, con i disagi connessi: la nostra è una tecnologia che si applica dall’esterno, non invasiva, che permette ai residenti di continuare a vivere nelle abitazioni, ma soprattutto è un approccio che punta sulla progettualità e sulla fase pre-cantiere» conclude Avesani.

(foto Marco Parisi)

«L’innovazione non è più solo un interesse, è una necessità. E così le start up» con queste parole il direttore Fiera Bolzano dà il via al talk conclusivo del Klimahouse Camp. La volontà di dare a queste nuove realtà un «ruolo centrale» è confermata dallo spazio dedicato a Michele Longo, co-founder Powahome, start up vincitrice del Klimahouse Startup Award 2018. A dire la loro sul ruolo delle start up nel mondo dell’innovazione e del benessere abitativo anche Carlo Battisti – European Executive Director, International Living Future Institute – e Giuseppe Salghetti, di NOI Techpark, che ribadisce il «ruolo di ponte dell’Alto Adige tra i mercati del nord Europa e il mercato italiano». Lanciata infine la call per il Klimahouse Startup Award 2019, un’edizione tutta incentrata sull’innovazione e sull’uomo, che chiuderà il 5 novembre.

Marta Silvia Viganò

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