Invecchiamento e lavoro, dieci interventi per trovare l'equilibrio

La mancanza di un numero sufficiente di lavoratori qualificati è il tallone d’Achille dell’attuale crescita economica altoatesina. Ma cosa succederà in futuro, quando il quadro sarà reso ancora più critico dall’invecchiamento della popolazione? È questo il problema di fondo a cui cerca di dare risposta la Provincia di Bolzano adottando una serie di misure per la gestione dello sviluppo demografico.

Dopo che nel settembre del 2015 il consiglio provinciale ha incaricato la giunta di coordinare tra loro le strategie e gli interventi in tale settore, si è passati alla fase di elaborazione e proposta. Il dipartimento salute, sport, politiche sociali e lavoro dell’amministrazione, in collaborazione con l’Istituto per lo sviluppo regionale di Eurac Research, ha stilato una lista di dieci raccomandazioni (un vero e proprio decalogo) che è stata illustrata in Aula dall’assessora Martha Stocker.

Per capire lo scenario occorre partire da alcuni dati. Mentre nel 1975 solo circa il 10% della popolazione altoatesina superava i 65 anni, questa classe d’età supera ora il 19%, e nel 2030 un quarto della popolazione altoatesina avrà 65 anni ed oltre. «Mai nel passato le persone hanno avuto la possibilità di vivere sane così a lungo – ha spiegato Stocker – e mai come ora vi sono state così poche nascite, anche se in Alto Adige con un tasso di natalità dell’1,75 sopra la media nazionale». Bisogna da un lato trovare le modalità per sostenere la permanenza nel mercato del lavoro di una quota di popolazione sempre più anziana ma parimenti produttiva, dall’altro elaboratore nuove risposte sia per far fronte al calo delle nascite che per dare risposta alle istanze delle fasce giovanili della popolazione. È un bilanciamento delicato e difficile. «Assieme al cambiamento climatico ed alla digitalizzazione – aggiunge Stocker –, lo sviluppo demografico rappresenta una delle maggiori sfide del nostro tempo. Dobbiamo fare sì che le persone anziane possano rimanere più a lungo nel mercato del lavoro e allo stesso tempo dare accesso a tale mercato ai giovani».

I dieci interventi

Ecco quindi i dieci interventi che raccomandano Provincia e Eurac: una politica attiva nel reclutamento di personale specializzato, la creazione di condizioni di lavoro più interessanti, il sostegno ad una formazione orientata al fabbisogno ed articolata lungo tutta la durata della vita professionale, il sostegno di forme abitative sostenibili ed innovative, la valorizzazione delle professioni nel settore sociale e sanitario, la promozione del volontariato e dell’innovazione nel settore sociale e sanitario, l’aumento della percentuale di lavoratori nella popolazione complessiva, la mobilità della popolazione in tutte le fasce d’età, infine il rafforzamento dell’apertura della società, di una cultura dell’inclusione e la consapevolezza di apprezzare l’innovazione e la digitalizzazione come opportunità.

Stefano Voltolini

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