Funivie, stagione invernale positiva anche senza neve. «Premiato chi ha investito»

Una stagione invernale «salvata» e chiusa in positivo (+1,8% di arrivi in Alto Adige), nonostante la mancanza di neve. La necessità di trovare – ed è sempre più difficile – personale con formazione di alta qualità. Helmut Sartori ha rivendicato con orgoglio i risultati raggiunti: il presidente dell’associazione esercenti funiviari dell’Alto Adige ha parlato così all’assemblea ordinaria annuale. Partendo da un presupposto fondamentale: chi ha saputo investire è stato ripagato.

«Le aree che si sono sobbarcate negli ultimi anni onerosi investimenti per ammodernare gli impianti di innevamento, sono risultate vincenti nell’inverno di quest’anno – ha spiegato Sartori -. In sintesi possiamo affermare in retrospettiva di avere concluso una stagione sciistica in linea di massima discreta, anzi, tenuto conto di tutte le condizioni avverse, addirittura ottima. Essa non teme il confronto nemmeno con la stagione invernale 2015/16, che in varie località è entrata nella storia per essere stata una delle migliori in assoluto». Un knowhow, quello altoatesino sugli impianti a fune, riconosciuto anche dal congresso mondiale dell’Oitaf, con esperti da tutto il mondo riuniti a Bolzano. Un’expertise che non va però persa. «Per noi un compito in parte assai arduo trovare personale ben addestrato – continua Sartori -. Ad aprile del 2016 i primi apprendisti altoatesini hanno superato con successo nella scuola professionale di Hallein (Salisburgo) l’esame finale di tecnico funiviario. Il numero degli apprendisti altoatesini a Salisburgo è però modesto. Stiamo cercando in questo ambito soluzioni per percorsi formativi alternativi, allo scopo di continuare a disporre di collaboratori competenti e qualificati».

Senza investimenti le conseguenze sarebbero state «drammatiche». Invece, nonostante la stagione avversa, si è registrato un incremento: +1,8% di arrivi, 11,8% di pernottamenti. Numeri che certificano un territorio in salute, ai quali il settore funiviario ha dato un grande contributo. Un volano per l’economia altoatesina che vale il 9,5% del Pil generale. Non solo: il peso a livello occupazione è forte, come ricordano le parole di Sartori. «Le aree sciistiche altoatesine danno lavoro a circa 2.000 addetti, di cui 750 con contratto di lavoro a tempo indeterminato e 1.250 con contratto di lavoro stagionale – ricorda -. Gran parte degli addetti stagionali sono agricoltori che possono disporre in tal modo di una fonte di reddito aggiuntiva sicura. Attualmente l’Alto Adige conta 370 impianti funiviari che trasportano annualmente durante la stagione invernale circa 120 milioni di passeggeri. Il fatturato annuo ammonta a circa 300 milioni di euro». Un settore che sa guardare avanti: negli ultimi 10 anni sono stati fatti investimenti per circa 50 milioni di euro. Fondamentali, come visto, per vincere la sfida del mercato. Anche quando manca la neve.

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