Estremo Oriente, opportunità per le imprese altoatesine

Dall’accordo commerciale tra l’Unione europea e il Giappone alla riduzione dei dazi per le importazioni EU in Cina, sono molte le iniziative che fanno guardare ad Oriente. Per informare le imprese altoatesine sulle opportunità, le condizioni concrete e i rischi dell’export verso l’Estremo Oriente, IDM Alto Adige ha organizzato nei giorni appena trascorsi una giornata di consulenza.

Il valore complessivo delle esportazione delle aziende altoatesine verso Cina, Giappone e Corea del Sud e paesi del Sud-est asiatico si aggira attorno ai 202 milioni di euro, che corrisponde al 4,2% delle esportazione totali. Nello specifico, nel 2017 il fatturato delle aziende dell’Alto Adige è stato di 70,5 milioni verso la Cina e 66,3 milioni verso il Sud-est asiatico, di cui 34,7 in Malesia e 6,8 a Singapore.

I nuovi motori dell’export

Un rinnovato stimolo all’export verso l’Estremo Oriente sono i nuovi accordi commerciali che semplificano l’esportazione, come quello stretto a luglio tra UE e Giappone che eliminerà gran parte dei dazi sui prodotti europei con la formalizzazione di standard comuni per le merci. Sempre da luglio la Cina ha inoltre ridotto i dazi sulle importazioni di svariati prodotti, sia dell’alimentare che dell’automobilistico – settori di spicco dell’Alto Adige.

«Ci sono buoni margini, specialmente per le aziende specializzate in prodotti molto specifici, come la caldarese Ambach che esporta cucine professionali in Cina e che ha raccontato la sua esperienza durante la giornata di consulenza», commenta Bettina Schmid, direttrice del dipartimento Sales di IDM. In questi mercati, ancor più che in altri, necessarie sono la capacità progettuale in grado di muoversi nel medio-lungo periodo e una buona conoscenza dei costumi e delle pratiche commerciale del paese partner. «Bisogna considerare, per esempio, che, ancora prima di stringere degli accordi, è necessario instaurare un rapporto di fiducia con i potenziali clienti o partner commerciali. I tempi sono un fattore determinante, è bene che le aziende siano informate su questo aspetto per poter scegliere se prendere in considerazione questi mercati» conclude infatti Schmid.

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