Tagli al Corriere dell'Alto Adige e alle edizioni di Trento, Veneto, Bologna e Firenze: è sciopero

Terremoto in casa Rcs e tagli al Corriere dell’Alto Adige. Una pesantissima riorganizzazione ridisegna la geografia degli inserti locali del Corriere della Sera toccando anche il Corriere dell’Alto Adige e la sede di Bolzano, una delle maggiormente penalizzate. L’effetto: oggi, sabato 19 maggio, e domani, domenica 20 maggio, il Corriere dell’Alto Adige e il Corriere del Trentino non saranno in edicola. E così avverrà anche per le edizioni locali di Veneto, Bologna e Firenze. A 15 anni dallo sbarco del quotidiano di via Solferino in Sudtirolo il direttore Enrico Franco si è dimesso; tutti i contratti a termine non verranno rinnovati; la redazione di Bolzano che poteva contare su 8 giornalisti si ridurrà a 3, diventando probabilmente un mero ufficio di corrispondenza; gli altri giornalisti verranno spostati a Trento e Padova dove verrà costituito un «superdesk» destinato a produrre pagine di cultura, sport, web e prodotti editoriali speciali. Obiettivo della Rcs di Urbano Cairo: ridurre i costi dei «dorsi» del Corriere della Sera, realtà che presidiavano la cronaca locale costituendo, in territori sempre più poveri di diversità culturale, una vera ricchezza per il dibattito e il pensiero delle comunità. Dal primo giugno la direzione del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino verrà assunta da Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, che coordinerà anche Bologna. La riorganizzazione è pesantissima e fa calare il personale giornalistico delle edizioni locali da 76 a 67 giornalisti: facile ipotizzare che d’ora in poi le pagine dedicate dal Corriere dell’Alto Adige alla cronaca locale debbano diminuire; facile ipotizzare, soprattutto, che la possibilità di incidere sul dibattito locali di colleghi bravi ed esperti del territorio, cali drasticamente; è certo, purtroppo, che tanti giovani e talentuosi colleghi che in questi anni hanno costituito l’ossatura dei giornali, siano ora riconsegnati alla precarietà e forse a drastiche scelte per quanto riguarda la vita lavorativa. I giornalisti di Alto Adige Innovazione e delle testate di giornalistiche di Media Accelerator (Innovation Nation, Veneto Economia e A nord est di che) esprimono ai colleghi del Corriere della Sera interessati dalla riorganizzazione la loro massima solidarietà. Dura la posizione della Fnsi, il sindacato nazionale della stampa: «Il piano che l’azienda intende attuare – spiega il sindacato – contiene misure drastiche e sproporzionate rispetto a risultati di bilancio che presentano una perdita complessiva contenuta, quindi assolutamente rimediabile. La preoccupazione è rafforzata da un modello di organizzazione del lavoro, come quello illustrato per linee generali dal direttore, che prefigura un ricorso sempre maggiore al lavoro precario, senza diritti senza tutele e senza garanzie, considerata l’annunciata volontà di utilizzare i giornalisti con contratto di lavoro subordinato in attività di desk e affidando l’attività di scrittura, anche in settori strategici e cruciali, a collaboratori esterni precari».  A seguire ecco il comunicato del Comitato di Redazione del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino che spiega le modalità e i contenuti del piano.

Tagli al Corriere dell’Alto Adige, il comunicato del Cdr

«Dopo due anni di attese, di strategie abbozzate e piani rinviati, e soprattutto dopo due anni di lavoro al limite – senza straordinari, senza un integrativo, solo affidandosi al senso di responsabilità dei giornalisti – e di precari storici sospesi come palloncini allegorici, Rcs ha finalmente presentato un programma di riorganizzazione del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige. Se non fosse così drammatico – per le persone, le famiglie, la professionalità e la qualità del prodotto finale – verrebbe persino da ironizzare. Due anni per stabilire che l’organico complessivo delle due redazioni scenderà da 17 unità a 9/10 (con la prospettiva di ridurre Bolzano a semplice ufficio di corrispondenza), minando così nelle fondamenta un progetto informativo e culturale divenuto in quasi 15 anni un punto di riferimento per le due comunità. Quindi, non soltanto i quattro contratti in attesa di sostituzione a tempo indeterminato non verranno coperti, ma a questi si aggiungeranno ulteriori defezioni, mentre le due redazioni avevano insistentemente chiesto la stabilizzazione dei precari storici. Tutto questo senza nemmeno prospettare un piano di rilancio, un progetto di marketing e un rafforzamento della diffusione, accettando lo status quo come unica possibile prospettiva. Il direttore Enrico Franco ha provato a tamponare questa situazione, ma ogni sua proposta è stata declinata, tanto da spingerlo a rassegnare le dimissioni. Ciò spiega anche il livello di tensione e incomunicabilità accumulati negli ultimi mesi. La riorganizzazione sarà poi oggetto di un confronto con il nuovo direttore, Alessandro Russello, intanto il Cdr del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige ha il dovere morale di misurarsi con la decisione comunicata oggi dai vertici Rcs. La nostra risposta è l’immediata sospensione della lavorazione dei due giornali: le redazioni sciopereranno oggi e domani e rimettono nelle mani del Cdr ogni altra iniziativa utile ad arrestare una scelta dolorosa, pretestuosa e difficilmente accettabile. C’è uno scarto tra idea e azione: l’idea è quella di investire sull’informazione locale, di non lasciare a casa alcun giornalista, di soppesare il rilievo dei quotidiani nella vita democratica delle comunità; l’azione prevede tagli, tagli e tagli. In fin dei conti, è la cifra dell’editore moderno. Il primo pensiero va ai nostri collaboratori storici che in questi anni sono stati al nostro fianco, spendendosi senza riserve e apportando, in termini umani e intellettuali, un contributo decisivo per la riuscita del giornale. Non potranno raggiungere il loro sogno di essere assunti nelle nostre redazioni, speriamo che almeno altri editori più avveduti abbiano la possibilità di valorizzare questo straordinario patrimonio professionale. All’azienda chiediamo un ripensamento perché è insensato disperdere il capitale umano, di credibilità e di lettori assemblato e consolidato in questi anni dove i giornalisti, lo ribadiamo, si sono fatti interamente carico di tutte le falle aziendali e anche di una certa superficialità nella conoscenza delle dinamiche del territorio. Contiamo sulla possibilità di riaprire un confronto che ha visto, in questi anni, una sola voce assente: la nostra. Infine, ribadiamo lo stato di agitazione delle due redazioni e la piena fiducia nel Cdr al quale vengono demandate tutte le azioni utili per disinnescare questa scelta suicida».

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