Commons, il design per condividere le risorse

La quinta edizione del convegno «By Design or by Disaster» è dedicata ai “Commons”, i beni comuni. «L’idea alla base della manifestazione – metà festival, metà evento scientifico – è quella di capire quale possa essere il nostro contributo di Designer al cambiamento della comunità», afferma l’organizzatore, Kris Krois. «Non serve creare in continuazione qualcosa di nuovo – sostengono gli organizzatori – ma creare relazioni significative e lavorare per rendere possibile un’economia dei beni comuni». Un concetto caro anche agli studenti della laurea magistrale in Design ecosociale.

Sono 120 i partecipanti iscritti al convegno della Facoltà di Design e Arti “By Design or by Disaster”, in corso nel campus di Bolzano da giovedì sera e che terminerà domenica. La loro motivazione? Conoscere e pensare assieme modelli di Design al servizio dell’economia dei beni comuni. Una novità dell’edizione 2018 è rappresentata dal collegamento con altre realtà territoriali: sabato pomeriggio, la metà circa dei partecipanti si recherà a Malles per partecipare all’evento „Hier und da – Gut leben im ländlichen Raum“ (“Qui e là – Vivere bene nelle zone rurali”). Interverranno anche diversi professori e docenti della Libera Università di Bolzano: Alastair Fuad-Luke, Armin Bernhard e Susanne Elsen.

Venerdì, invece le relazioni degli ospiti hanno stimolato i partecipanti a riflettere su come promuovere e realizzare il cambiamento verso economie e stili di vita più sostenibili ed equi. Un valido esempio è rappresentato dalle officine zero di Roma, che hanno rivitalizzato un’area degradata del centro della capitale tramite l’apertura di laboratori e zone comunitarie. Oppure dal collettivo inglese Assemble Studio che ha aiutato gli abitanti di un quartiere povero di Liverpool, Toxteth, a rinnovare le loro case e giardini. «Il nostro progetto ha riscosso successo a livello sociale ma non ancora economico», sottolinea Amica Dall, rappresentante del collettivo. Nel 2015 Assemble Studio si è aggiudicato il prestigioso premio artistico „Turner prize“.

A conclusione, la professoressa emerita di economia, Adelheid Biesecker (Universität Bremen), ha affrontato la problematica del raggiungimento di un equilibrio tra sostenibilità sociale ed economica. «Bisogna pensare con nuove categorie, che superino il lavoro salariato, nella direzione di attività cooperative remunerate in maniera diversa dal normale stipendio». Per l’organizzatore, il prof. Kris Krois, «è chiaro che dobbiamo pensare al Design come relazioni tra le persone ma anche come interazione con gli animali e la natura, senza che quest’ultima venga trattata come mera fornitrice di materie prime da saccheggiare». Particolarmente interessante è il nuovo formato di presentazione di Pecha Kucha che ha illustrato i suoi progetti in maniera molto concisa, in un tempo massimo di 6,40, e con il supporto di 20 immagini, ognuna delle quali viene visualizzata per 20 secondi. Successivamente ha avuto luogo la discussione con il pubblico. Tra gli altri ospiti: Assemble Studio (UK), Adelheid Biesecker (DE), Viktoria Heinrich (AT). La mostra dei progetti degli studenti della magistrale in Design ecosociale, inaugurata ieri sera al 1° piano del campus di Bolzano, sarà visitabile fino a martedì 27 marzo.

L’intuizione alla base del programma di By Design or by Disaster 2018: Tra me, te e tutto quello che facciamo. Che cosa può fare il design per i beni comuni? Commons o beni comuni sono risorse/progetti/creazioni gestite da gruppi di persone che non sono proprietari, ma co-responsabili e – più o meno -, allo stesso modo, utenti e creatori. Il verbo inglese “commoning” sottolinea che i beni comuni devono essere creati, progettati, mantenuti, difesi e/o reclamati. La condivisione sta guadagnando terreno come idea alternativa di economia e cultura. Per maggiori informazioni, è possibile consultare il sito web della conferenza: https://designdisaster.unibz.it/2018/

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