Carnevale in Alto Adige, i 4 eventi da non perdere

Si avvicina il carnevale in Alto Adige e come ogni anno tornano le caratteristiche manifestazioni che catturano la fantasia di bambini, turisti e amanti della montagna. Dalla Schuffa di Nova Levante, che premia la maschera più bella, al rito dell’aratro di Prato allo Stelvio, dalle Facéres della Val di Fassa fino al corteo nuziale di Termeno: le origini del carnevale in Alto Adige si perdono nelle antiche tradizioni che cercavano di esorcizzare la paura e l’isolamento dell’inverno ed evocavano la rinascita legata alla primavera. Per questo in tutte le feste si usa ancora oggi fare rumore con campanacci per spaventare i demoni, rappresentati da maschere terrificanti, mentre le allusioni all’agricoltura vogliono essere di buon auspicio affinché l’anno che comincia sia prospero.

Queste sono 4 feste di carnevale in Alto Adige che ci fanno fare un viaggio indietro nel tempo.

Per il carnevale in Alto Adige, ecco i mostri di Nova Levante

A Nova Levante il carnevale prende il nome dalla Schuffa, la tradizionale zuppa di latte e farina, piatto povero della tradizione contadina. Dall’8 al 13 febbraio 2018 il paese è attraversato dagli Schuffener, con le tradizionali maschere realizzate secondo i segreti degli artigiani tramandati di generazione in generazione. Quelle tipiche sono gli Schnappviecher, grossi mostri dalla testa pelosa, con grandi corna e bocche con denti aguzzi, che nella sfilata del martedì grasso si muovono producendo un tremendo rumore. Tutti i personaggi del carnevale sono vestiti con costumi stravaganti e colorati, e alla fine della sfilata la maschera più bella viene premiata da un’apposita giuria. Seguono musiche e balli fino a notte fonda.

Un antico rito della fertilità a Prato allo Stelvio

Nel giorno del giovedì grasso, chiamato Weiberfastnacht, a Prato allo Stelvio ha luogo la tradizionale Zusslrennen, una corsa in cui gli uomini attraversano il paese vestiti di bianco, con abiti decorati da fiocchi e fiori, facendo risuonare campanacci che portano appesi alla cintura e possono pesare anche 20 chili. La sfilata evoca un antico culto della fertilità: sei uomini trascinano tra le viuzze un vecchio aratro di legno, come se fossero cavalli spronati dalla frusta del carrettiere. Li segue un seminatore, che sparge a terra della segatura. Chiudono il corteo altri personaggi del mondo contadino che portano ciascuno gli attrezzi tipici del proprio lavoro. I vecchi e i giovani abitanti del paese che partecipano al corteo simboleggiano il ciclo del tempo e delle stagioni. A Prato dello Stelvio rivive anche la tradizione dei Maschgern, coppie che, capeggiate dal Bajaz, vanno peregrinando di taverna in taverna, di hotel in hotel, facendosi servire cibo e vino.

Le maschere di legno in Val di Fassa

In val di Fassa il Carnevale ladino comincia ufficialmente il 17 gennaio, festa del patrono Sant’Antonio Abate. Sono protagoniste le Facéres, le maschere-guida del corteo che si svolge ogni anno, realizzate in legno dagli artigiani locali. Un tempo a impersonare i personaggi erano i coscritti dell’anno.

Apre il corteo di questo singolare carnevale in Alto Adige il Laché, ambasciatore e garante delle maschere, che indossa abiti dai colori sgargianti, che mescolano caratteristiche dei vestiti della festa maschili e femminili. Porta in testa un copricapo, al collo diversi pendagli, e tiene in mano la sua maschera, oltre a uno scettro. Seguono i Marascòns, maschere mute che in coppia saltellano seguendo la musica e facendo risuonare i campanacci in bronzo. Il loro costume è più sobrio: calzettoni bianchi, pantaloni di pelle, cintura e scettro. Unica nota di colore è il cappello, ornato di fiori e catenelle. Sulla cima del copricapo c’è uno specchio che serve ad allontanare i demoni e un mazzo di penne della coda del misterioso Gallo Forcello, simbolo dell’audacia dei coscritti. Anche loro tengono in mano la maschera.

Infine, il Bufòn porta raffigura il folle con un ghigno e un naso adunco, un cappello a punta adorno di nastri e fiori e un vestito coloratissimo: indossa calzettoni sgargianti e un grembiule cinto in vita, e ha in mano il cucalòch, un cannocchiale che lo aiuta a scovare vizi e virtù dei partecipanti al corteo. È un personaggio che si diverte a lanciare battute sagaci ai presenti.

Lo sposalizio di Egetmann a Termeno

Anche Termeno ospita una caratteristica manifestazione il giorno del martedì grasso degli anni dispari: il corteo di Egetmann. Egetmann Hansl è la maschera principale: un manichino di paglia in abiti nuziali, con frac, cilindro e guanti bianchi, seduto su una carrozza nuziale e accompagnato da un corteo di circa 32 personaggi, ciascuno dei quali svolge un ruolo preciso. Per esempio ci sono la sposa e i consiglieri, con giacca nera e cappello a cilindro. C’è poi il Wilder Mann, l’uomo selvaggio con una maschera di pelle di coniglio con due fori per gli occhi, vestito con stracci ricoperti di foglie di edera, che simboleggia la natura selvaggia. È accompagnato da un cacciatore che deve ucciderlo. Al ciclo delle stagioni allude la rincorsa tra Burgl e Burgltreiber, un uomo e una donna con le mani e il volto ricoperti di fuliggine, e anche la lotta tra il Weißer Bär (l’orso bianco) e il Grüner Bär (l’orso verde), che gareggiano come l’inverno contro la primavera. Infine, l’Altweiber-Mühle è un carro che raffigura un mulino: i mugnai vi calano delle vecchie e dal fondo, per magia, emergono giovani fanciulle. Nel 2018, anno pari, il corteo viene organizzato dai Wuddelen, i bambini e i ragazzi del paese, protagonisti della manifestazione.

Altre feste di carnevale sulle Dolomiti sono organizzate qui.

Rebecca Travaglini

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