Austria: 3.200 profughi al giorno. Giovedì al Brennero la Lega, sabato gli antirazzisti

L’Austria annuncia che non accetterà più di 80 domande d’asilo al giorno, e non farà transitare entro i propri confini (da tutti i valichi, non solo il Brennero) più di 3.200 persone al giorno. Ma al Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige la vicenda del Brennero non merita un voto, né un dibattito. “Solo” la relazione del presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher sul sul vertice di ieri a Vienna dove insieme ai presidenti del Trentino Ugo Rossi e Günther Platter del Tirolo (in pratica l’Euregio unita) hanno incontrato il Presidente della Repubblica d’Austria Heinz Fischer. Ma dopo il discorso di Kompatscher non c’è stato alcun dibattito, né è stata votata alcuna mozione, e il Consiglio ha ripreso l’ordine del giorno previsto.

È arrivata dunque in Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige la querelle dei controlli al Brennero, che l’Austria ha annunciato saranno inaspriti. Oggi il Consiglio si è riunito in sessione mattutina con un ordine del giorno di 13 punti fra cui il tema caldo della frontiera che rischia di chiudersi non compariva. Il consigliere Rodolfo Borga della Civica Trentina e altri capigruppo hanno chiesto di poter discutere della situazione alla frontiera. Seduta sospesa, dunque, e la parola ad Arno Kompatscher: il presidente della provincia di Bolzano (e vice della giunta regionale) ha quindi relazionato.

Giovedì la Lega al Brennero, sabato gli antirazzisti

Intanto al Brennero si preparano due manifestazioni di segno opposto sulla vicenda della frontiera che l’Austria intende progressivamente chiudere. La Lega Nord annuncia per domani giovedì 18 febbraio alle 11 una manifestazione al valico del Brennero, per chiedere «la chiusura delle frontiere anche per l’Italia» e il ripristino immediato dei controlli alle frontiere.

Sabato 20 febbraio, alle ore 11, è in programma invece, sempre al Brennero, una catena umana “transfrontaliera” per manifestare contro gli imminenti controlli di frontiera. La manifestazione parte da un appello, firmato dai consiglieri regionali del Pd, da esponenti del mondo sindacale, associativo, culturale, della società civile e da singoli cittadini. «Un no deciso ai muri – si legge nell’appello – che sono il sintomo dell’assenza di una politica europea, e che rappresentano la morte di un’idea e di una straordinaria occasione».

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