Ai «Colloqui di Dobbiaco» l’app per combattere lo spreco alimentare

Combattere lo spreco alimentare con un’app? Si può e se ne parla ai «Colloqui di Dobbiaco»: dal 29 settembre al primo ottobre torna lo storico laboratorio di idee per una conversione ecologica nel centro dell’Alta Pusteria. Combattere lo spreco alimentare, nel negozio sotto casa, nella grande distribuzione e, perché no, direttamente dal produttore, usando il proprio smartphone. Nasce con quest’obiettivo, nel 2014, il progetto «Last Minute Sotto Casa» che permette ai negozianti di segnalare in tempo reale via app ai clienti la merce fresca rimasta invenduta, offrendola a prezzo scontato. Se ne parlerà con l’ideatore, Francesco Ardito, sabato, 30 settembre, ai «Colloqui di Dobbiaco».

 «I negozianti iscritti al nostro servizio – spiega Ardito, per anni consulente e sviluppatore di software per aziende in giro per il mondo — inseriscono nel nostro portale i prodotti in scadenza, che rischiano quindi di finire nella spazzatura, e i clienti, che hanno selezionato quella specifica zona sui loro profili, ricevono la notifica». In questi 3 anni il progetto «Last Minute Sotto Casa» è cresciuto — grazie anche ai premi conquistati in giro per il mondo (che hanno portato in cassa risorse nell’ordine dei 250mila euro) — e ora guarda al futuro con una serie di novità per allargare il modello al di là del piccolo distributore. «I successi di questi anni – spiega – ci hanno permesso di continuare a lasciare il servizio gratuito per tutti, per vedere la risposta del pubblico e del mercato e studiare con maggiore serenità le sue possibili evoluzioni. Da sei mesi a questa parte abbiamo introdotto una piccola fee per i commercianti (29 euro al mese per il pacchetto completo di servizi ndr), mentre per il consumatore finale il servizio continua ad essere gratis, e probabilmente lo resterà».

«Last Minute Sotto Casa»: 70 mila utenti registrati e un migliaio di esercizi commerciali iscritti in tutta Italia

Dal debutto del 2014 – anche se la versione più simile a quella attuale del progetto è dell’anno successivo – «Last Minute Sotto Casa» ha continuato ad evolversi, attirando l’attenzione di negozianti e utenti. Ad oggi sono circa 70 mila gli utenti registrati alla app e un migliaio di negozi iscritti in tutta Italia, e di questi ne sono veramente attivi circa 300. «In particolar modo il servizio funziona a Torino e Milano – prosegue Ardito – ma sta crescendo bene anche a Palermo, Terni e Genova, dove dopo una flessione adesso stiamo ragionando con il nuovo Assessore alle Attività produttive per sviluppare un progetto insieme».

Rispetto agli esordi, sono stati imposti una serie di paletti ai commercianti. Adesso per poter lanciare un’offerta deve essere presentato con chiarezza il prezzo di partenza, e si deve trattare di uno sconto di almeno il 40% sul prezzo in etichetta. «La nostra app è anche uno strumento di promozione e marketing a disposizione dei commercianti – sottolinea Ardito– e per questo nella nuova versione abbiamo dato la possibilità di personalizzare il profilo pubblico dell’azienda con delle foto». Nato per la piccola distribuzione, «ci stiamo rendendo conto che può rispondere bene anche alle esigenze della grande distribuzione. Abbiamo così condotto una sperimentazione con il gruppo Crai, a Torino, in 10 punti vendita, e nei prossimi mesi partirà un altro test con un grande gruppo — continua l’ideatore dell’app —. Le potenzialità sono alte, perché le grosse catene producono quantità molto elevate di scarti alimentari e spendono tantissimo nella promozione tradizionale, ambiti in cui con la nostra app possiamo intervenire positivamente. Inoltre, è stato dimostrato che chi entra in un negozio per un’offerta è portato ad acquistare anche altri prodotti: come pubblicità è quindi uno strumento che funzionerebbe tanto».

Combattere lo spreco alimentare anche nella catena produttiva

Da un anno è entrato nel progetto, con un bell’investimento, il gruppo francese Up, tra i leader mondiali del settore dei ticket restaurant: la casa madre si è dimostrata molto interessata a replicare il modello esportandolo anche all’estero. «Stiamo lavorando anche su un’ulteriore evoluzione dell’app, per andare ad occuparci non solo della distribuzione ma anche della produzione. Presenteremo questo aggiornamento entro la fine dell’anno. Partiamo – conclude Ardito – dalla consapevolezza che anche nella catena produttiva gli sprechi alimentari sono altissimi: molte aziende mettono sul mercato prodotti che hanno una scadenza anche di un anno, ma le grandi catene distributive richiedono prodotti a scadenza ancora più lunga per poterli immettere nei loro canali. Per questo molte aziende, anche importanti, si trovano a dover svendere alcuni prodotti, o a rischiare di non poterli vendere. Con questa nostra evoluzione del progetto metteremmo in condizione queste aziende di vendere a un prezzo scontato, ma comunque interessante, questi prodotti alla piccola distribuzione, ristoranti, bar, pizzerie». In questo modo il vantaggio è per entrambi: il produttore venderebbe a un prezzo più alto di quello che spunterebbe rapportandosi con la grande distribuzione, mentre la piccola distribuzione, o il ristoratore, potrebbero acquistare a un prezzo inferiore rispetto a quello proposto dalle grandi catene distributive. Per informazioni e iscrizioni ai «Colloqui di Dobbiaco»: https://www.grandhotel-toblach.com/it/colloqui-dobbiaco/home/.Francesco Ardito LMSC

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