A22 pubblica per altri 30 anni

E’ un’autostrada strana l’A22: e non parliamo certo delle code, del traffico dei camion e dell’altissimo livello di manutenzione. Parliamo dell’assetto della governance. Alla faccia dell’ondata di privatizzazioni che ha interessato tutti i settori legati alla mobilità in Europa, il corridoio del Brennero rimarrà ben saldo in mani pubbliche fino al 2046. L’accordo dovrebbe essere siglato il prossimo 14 gennaio con un accordo attraverso il quale Ministero affida la gestione dell’A22 ad una società in house di proprietà interamente pubblica, con una formula che prevede un’ipotesi di concessione trentennale e contestualmente la disponibilità dei 550 milioni di euro del fondo ferrovia, accantonati per il finanziamento del tunnel di base del Brennero e delle relative tratte di accesso.

Ugo Rossi e Arno Kompatscher, presidente e vicepresidente della Regione socio di maggioranza dell’A22 parlano di “obiettivo storico per le autonomie di Bolzano e Trento e della Regione”.  Con il protocollo, il Ministero e i soci pubblici si impegnano a collaborare per individuare e attuare tutte le misure, con strumenti amministrativi e normativi, per dare seguito all’accordo. Oltre al versamento allo Stato dei 550 milioni di euro raccolti dalla società nel Fondo pro Ferrovia, l’accordo prevede che gli incrementi tariffari siano contenuti ai livelli dell’inflazione programmata e che la futura società affidataria si impegni a versare 1395 milioni come canone di concessione trentennale, da corrispondere nella misura di 45 milioni all’anno. Sono previsti, inoltre, interventi infrastrutturali per 2 miliardi di euro e lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per 1395 milioni.

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